Avena: un tesoro per i celiaci

Emilio Chininea
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Scopriamo perché l’avena sarebbe un alimento utilissimo nella dieta del celiaco, e non solo.

L’avena è un cereale che fino a poco tempo fa era vietato ai celiaci, sebbene mancassero studi scientifici che lo potessero confermare. Da diversi anni però, numerosi lavori hanno confermato che l’avena (se non contaminata da glutine) è ben tollerata dai celiaci. Il problema sta proprio nella contaminazione da altri cereali. L’avena nella maggior parte dei casi “condivide” gli stessi terreni di coltivazione e le stesse tecniche di produzione del frumento e questo potrebbe essere il motivo della contaminazione. Dubbi sull’utilizzo dell’avena nella malattia celiaca derivano però anche dall’immunogenicità di alcune specie di avena che presentano una sequenza peptidica che causerebbe una risposta immunologica alterata. Per questi motivi occorrono ulteriori studi per stabilire se l’avena sia un cereale sicuro per i celiaci.

Uno studio recente svolto su 110 pazienti celiaci ha dimostrato che un consumo di avena a lungo termine non ha provocato danni ai villi intestinali, infiammazione e sintomi gastrointestinali. Anzi, se tutto ciò venisse confermato, sarebbe un’ottima notizia perché oltre ad aumentare lo spettro degli alimenti permessi, migliorerebbe anche la qualità nutrizionale degli intolleranti al glutine. I pazienti celiaci infatti sono spesso “costretti” a limitare l’alimentazione quotidiana a riso e mais, anche trasformati. Non proprio il massimo, dato che il primo è piuttosto povero e il secondo sarebbe da sconsigliare per motivi diversi (micotossine e fruttosio in primis).

 

L’avena invece è un cereale nutrizionalmente ricco e di assoluto valore per le seguenti ragioni:

– elevata concentrazione di proteine (13%) di buon valore biologico. Una rarità tra i vegetali.

– buona presenza di fibre che, soprattutto nel caso dei celiaci, aiuta a regolare l’intestino e a proteggerlo.

– presenza di betaglucani, un particolare tipo di fibra solubile fermentiscibile con proprietà anticolesterolemizzanti e ipoglicemizzanti, tra le altre.

– presenza di avenantramidi, dei composti antinfiammatori con effetti anche sull’inibizione delle cellule tumorali.

– Basso indice glicemico.

 

Capite quindi che l’introduzione di questo cereale in un tipo di alimentazione piuttosto povera sarebbe un traguardo importantissimo. Purtroppo, alla celiachia, si accompagnano molto frequentemente: diabete, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia.

In primo luogo queste caratteristiche dell’avena coadiuvano nel percorso terapeutico delle patologie appena elencate. In secondo luogo consentono di migliorare lo stato nutrizionale del celiaco che spesso è anche particolarmente compromesso.

Certo, mangiare biscotti senza glutine con l’11% di farina di avena non risolve il problema, dato che nella formulazione di questo tipo di alimenti ci si ritrovano sempre zuccheri e grassi di ogni tipo. Tutto sta nell’organizzarsi e introdurre l’avena nella propria alimentazione, il chè gioverebbe anche ai non-celiaci.

Ovviamente resta il fatto che tutti i prodotti consentiti per i celiaci devono essere presenti nel Registro Nazionale dei prodotti senza glutine del Ministero della Salute. I controlli sono molto severi e tutti i prodotti che li rispettano hanno il marchio della spiga barrata sulla confezione. Ma questo i celiaci lo sanno o dovrebbero saperlo.

 

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Bibliografia

– Can J Gastroenterol Hepatol. 2016;2016:1576360. doi: 10.1155/2016/1576360. Epub 2016 Apr 14.

– World J Gastroenterol. 2015 Nov 7;21(41):11825-31. doi: 10.3748/wjg.v21.i41.11825.

– Can J Gastroenterol Hepatol. 2016;2016:1870305. doi: 10.1155/2016/1870305. Epub 2016 Feb 24.

– Nutrients. 2013 Nov 6;5(11):4380-9. doi: 10.3390/nu5114380.

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Il dott. Emilio Chininea è un nutrizionista, specializzato Scienze dell'Alimentazione. Si occupa di portare benessere attraverso il cibo a chi sceglie di seguire il suo metodo: BenessereTotale.
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