Sei certo di conservare il tuo ottimo olio al sicuro? Ti do 3 semplici accorgimenti per preservarlo al meglio e più a lungo.
Diciamocelo, fai di tutto per avere l’olio migliore. Magari ricavato dall’uliveto tuo o di qualcuno di tua conoscenza. L’olio è alla base dell’alimentazione mediterranea e tutti ci teniamo ad averlo buono, di qualità. In un articolo ho parlato del perché l’olio d’oliva extravergine sia un alimento con proprietà uniche, nutraceutiche. Proprietà, cioè, terapeutiche e preventive di alcune patologie.
Se non lo sapevi, questa per te è sicuramente un’ottima notizia. La cattiva notizia però è che queste proprietà si perdono con una cattiva conservazione dell’olio stesso, attraverso un processo chiamato ossidazione. Se segui bene cosa voglio dirti capisci meglio come conservare meglio il tuo olio.
Il peggiore nemico per un olio
L’ossidazione è una reazione apparentemente banale perché è causata dall’ossigeno e avviene a scapito dei grassi, dei quali l’olio ne è molto ricco (il 99,9% di grassi). Per questo bisogna fare molta attenzione. Una volta avviata, come se qualcuno la “accendesse” con un cerino, si automantiene ed è impossibile da fermare (si parla infatti di autossidazione), per questo è importante ritardarne il avanti più possibile l’avvio.
L’ossidazione per avvenire necessita della presenza di ossigeno (presente inevitabilmente nell’aria che respiriamo) e viene catalizzata, cioè favorita, da luce e calore. Pensa ad un incendio: l’ossigeno è il cerino o la sigaretta che lo provoca, l’olio è la legna. In quali condizioni è più probabile che avvenga un incendio? Quando c’è caldo. Ecco allora che anche uno solo di questi fattori (luce e calore) può scatenare l’avvio dell’ossidazione, così l’olio si ossida e si degrada. Peggiora cioè la sua qualità, sia nutrizionale che di gusto.
Non necessariamente riusciamo a percepire quando un olio è ossidato, bisogna avere il palato molto affinato. Ma solitamente quando riusciamo ad accorgercene vuol dire che è molto tardi. Oltre a “mangiare” un olio dal gusto cattivo stiamo buttando al vento anche tutte le proprietà positive che sarebbe in grado di darci.
Detto quindi che il peggiore nemico per un olio è l’ossidazione, vediamo quali sono i passaggi più importanti affinché l’olio venga conservato al meglio.
I tre passaggi più importanti per conservare un olio
1. La presenza di ossigeno, quindi di aria, è la prima condizione imprescindibile affinché si avvii l’ossidazione. Allora dobbiamo ridurre al minimo l’esposizione all’aria chiudendo in maniera energica le bottiglie dell’olio una volta aperte. Considerando che una bottiglia di olio può durare anche mesi, lasciare aperto uno spiraglio può ugualmente permettere che l’aria entri a contatto con l’olio.
Eliminare le oliere che non hanno il tappo o quelle col dosatore perché rimangono sempre aperte e sempre a contatto con l’aria. Senza tenere conto che questo tipo di oliere vengono raramente lavate e l’olio precedente (in cui l’ossidazione probabilmente è già avviata) la provoca anche nell’olio che aggiungiamo.
Quando la lavi però assicurati che siano completamente asciutte, perché anche l’acqua in piccole quantità è un fattore scatenante l’ossidazione.
2. Ricordi quando prima ti dicevo che la luce è un catalizzatore, cioè favorisce l’ossidazione? Ecco, qual è l’intervento per ridurre al minimo il contatto con la luce? L’utilizzo di bottiglie scure, cosa che si vede più spesso per l’olio d’oliva e mai per quello di semi. Cosa alquanto strana, dato che gli oli di semi sono più suscettibili a questo processo.
Evita l’olio in bottiglie trasparenti e conservalo al buio perché se rimane esposto per tanto tempo alla luce (non necessariamente al sole, ma proprio alla luce) potrebbe essere alterato (e non necessariamente sarai in grado di avvertirlo dal gusto.
3. Anche il calore è un potente catalizzatore come la luce. Per questo motivo l’olio, anche se sigillato, va conservato in luoghi freschi. Proprio per questo spesso trovi scritto: “Tenere lontano dalla luce e da fonti di calore“. Non è casuale.
Evita di tenere l’oliera vicino ai fornelli o al forno, ma meglio al chiuso dentro un pensile della cucina. Anche se il ripostiglio è il luogo migliore per conservare l’olio: fresco e lontano dalla luce.
Insomma, l’uso di oliere trasparenti e con il dosatore è la scelta peggiore che puoi fare per conservare un olio, in particolare se queste si trovano vicino al piano cottura o dove batte il sole.
Quale materiale è più adatto?
Il vetro è sicuramente il materiale più adatto a conservare un olio, a patto che sia scuro. Ma anche l’acciaio inox e i contenitori di latta proteggono benissimo il nostro prodotto, perché sono totalmente opachi e non fanno passare la luce. Mentre tra tutti i materiali bisogna scartare la plastica, perché pare che alcuni composti possano interagire con l’olio. Inoltre, raramente la plastica è totalmente opaca quindi un motivo in più per cui dovresti scartarla.
Tutti questi accorgimenti, che possono sembrare banali, sono molto importanti per poter godere di tutte le caratteristiche nutrizionali dell’olio che hai scelto con molta cura.
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