Da cosa è giustificata la leggerezza del riso? Scopriamo meglio uno dei prodotti dal più scarso valore nutrizionale presenti sulla nostra tavola.
Il riso è considerato dalla maggior parte delle persone un alimento ipocalorico e leggero. Utilizzato in tutte le diete: da quelle dimagranti a quelle ipercaloriche per bodybuilders. Insalate di riso, gallette di riso, risotti, ecc.
Uno dei motivi per cui forse ha avuto questa enorme ascesa è per le sue 10 kcal in meno rispetto alla pasta, documentate dalle tabelle nutrizionali redatte dall’INRAN. Poi un po’ per l’assenza di glutine e un po’ per il suo colore bianco ha preso sempre più piede la convinzione che fosse la scelta migliore. O se non altro migliore rispetto alla pasta.
A parte questi aspetti poco convincenti, c’è da considerare qualcosa in più e c’è da dimostrare il vero.
Il riso non si discosta molto dalla composizione della pasta, se consideriamo la quantità di carboidrati, proteine e grassi. Ci sono piccole variazioni che sono irrilevanti e che potresti trovare anche tra due tipi di pasta diversi. Andando un po’ più a fondo, ciò che caratterizza il riso è la composizione dell’amido, la fonte principale di carboidrati dei cereali. Dove possiamo trovare in diverse proporzioni due tipologie diverse: amilosio e amilopectina.
Il riso più comune è molto ricco di amilopectina che non richiede una complessa digestione. Ne risulta che il riso è un alimento ad alto indice glicemico. Vuol dire che la velocità con la quale vengono assorbiti i carboidrati è paragonabile a quella dello zucchero. Gli effetti dovuti ad un un innalzamento glicemico sono riassumibili in due punti:
– Fame precoce;
– Maggiore facilità ad ingrassare;
Chiaro che poi dipende tanto da tanti altri fattori, ma stiamo parlando del singolo alimento.
Quando parlo del riso mi riferisco a quello brillato, di colore bianco totalmente raffinato. E’ il processo di raffinazione a privarlo della gran parte delle sostanze nutritive. Altri tipi (basmati, ad esempio) hanno proporzioni diverse di amilosio e amilopectina, mentre il riso integrale è un buon alimento: ricco di sali minerali, vitamine e fibre ma con un indice glicemico comunque medio-alto.
Non che esistano gli alimenti che facciano male e altri che siano miracolosi. Esistono alimenti che possono andare bene in certi momenti e in determinate situazioni.
Il riso per esempio non è un alimento da escludere totalmente, ma va limitato e associato agli alimenti giusti. O, eventualmente, mangiato nei momenti giusti.
Ma è un alimento “povero”.
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