Durante il primo lockdown alcune abitudini alimentari sono cambiate. Scopriamo come attraverso i risultati di un sondaggio.
Il lockdown ha stravolto le vite di tutti, non c’è dubbio. Anche tu avrai dovuto cambiare qualche abitudine, ne sono certo. Chiusi in casa, con possibilità di uscire al massimo una volta a settimana. Anche il più sedentario avrà dovuto adattarsi al nuovo stile di vita.
Le abitudini alimentari sono state le prime a subire il contraccolpo maggiore da quando siamo in isolamento. Abbiamo quindi dovuto adattarle al nuovo stile di vita.
Una colazione veloce per scappare al lavoro, un pranzo fuori casa e una cena abbondante erano abitudini che adesso nella maggior parte dei casi sono state sovvertite.
Sondaggio
Per capire in che modo l’alimentazione ha subito dei cambiamenti, da dietista, ho deciso di fare un sondaggio online al quale hanno partecipato 234 persone. Un numero considerevole che non rispecchia le abitudini di tutti gli italiani, ma che sicuramente dà delle indicazioni molto importanti.
Non ho scelto un campione definito ma, anzi, la compilazione era libera. Chiunque poteva farlo. Ed è stato inoltrato ai partecipanti circa 2 settimane dopo il lockdown.
La motivazione è determinante
È stato chiesto innanzitutto se prima della chiusura totale si seguisse una dieta (generica, non necessariamente col sottoscritto). Solo il 40% di chi ha compilato il sondaggio era a dieta.
Una parte, quasi 1 su 5 degli intervistati, ha risposto positivamente al periodo di quarantena, riuscendo a proseguire la dieta anche in maniera più precisa rispetto a prima. Per alcuni, chi mangiava senza un programma definito, ovviamente non è cambiato niente. Ma una persona su dieci (il 9,4 %), tra tutti i partecipanti al sondaggio, ha perso la motivazione a seguire un programma alimentare.
Generalmente molti riescono a seguire la dieta se allo stesso tempo svolgono attività sportiva. Infatti uno su cinque (il 20,1 %) non riesce più ad allenarsi da quando è bloccato tra le mura di casa. A dimostrazione di come sport e alimentazione sono legate anche da un punto di vista psicologico.
Più tempo per fare colazione?
Nonostante il maggiore tempo a disposizione rispetto a prima, una buona fetta di persone non fa colazione (ben l’ 8,5%). Gran parte di questo dato comprende chi non faceva colazione e continua a non farla, segno che la mancanza di tempo la mattina è spesso una scusa. L’abitudine di fare il primo pasto della giornata (bilanciato s’intende) prescinde dal “tempo” a disposizione. Qui ho parlato del perché la colazione è il pasto più importante, ma anche il più difficile.
Fortunatamente qualcuno, 1 su 20, ha iniziato a fare colazione da quando è a casa.
Dolci
Il tempo a disposizione e anche l’aver rispolverato alcune vecchie abitudini ha indotto molte persone a fare dolci in casa. Il 28,8% dei partecipanti ha dichiarato di aver aumentato il consumo nelle prime settimane di isolamento. Nel 68,8% delle risposte si stanno preparando dolci “ogni tanto” e in alcune famiglie “ogni giorno” (5,1 %).
Ma non è solo una questione di tradizioni, il 14,5% ha dichiarato di consumare dolci per “consolarsi”, segno che il cibo ha spesso un carattere emotivo e non solo nutrizionale.
Quali cibi si consumano di più?
Non poter fare alcun pasto fuori casa, per molti, ha significato migliorare la propria alimentazione: meno formaggi e insaccati (26,9%), meno pizza (20,9%), più frutta e verdura (29,6%). Certo, c’è anche chi ha diminuito il consumo di frutta e verdura (13,3%) e ha aumentato il consumo di formaggi e insaccati (9,4%). E probabilmente fa parte di quella fetta di persone che ha perso la motivazione a seguire una dieta da quando è in isolamento.
Senza volerlo, molte di queste scelte hanno cambiato in meglio le abitudini alimentari. Nel 15% dei casi si è trattato di una motivazione nutrizionale: per dimagrire o per non ingrassare. Tra le difficoltà e la necessità di ridurre o aumentare il consumo di alcuni alimenti c’è però quella della reperibilità (15,4%). Il non poter uscire spesso, non andare lontano per comprare alcuni specifici cibi, la difficoltà ad acquistare prodotti freschi è tra i principali problemi. La gran parte delle scelte di cui sopra però avviene per “comodità” (24,8%).
Gli effetti della quarantena sul proprio fisico
Sebbene lo stile di vita della gran parte delle persone sia sempre stato piuttosto sedentario, da quando si trova in isolamento ha dichiarato di essere aumentato di peso quasi una persona su quattro (22,6%). Molti dei partecipanti (26,8%) non hanno l’abitudine di pesarsi, ma il 14,5% (circa 1 su 7) è addirittura dimagrito.
Da ciò si evince come l’alimentazione spesso può da sola incidere sul dimagrimento pur con uno stile di vita sedentario. Ma è necessario soffrire la fame per dimagrire?
E quando sarà tutto finito?
Beh, il 30,8% dei partecipanti non ha obiettivi particolari e quando sarà tutto finito “non cambierà per nulla il suo modo di mangiare“.
Però c’è anche chi ha le idee chiare e avrà sfruttato questo cambiamento in senso positivo. Una persona su tre (35,5%) probabilmente cercherà di “seguire uno stile di vita sano“: il 15% manterrà queste nuove abitudini.
D’altra parte più della metà dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di avere tra gli obiettivi quello di migliorare la propria forma fisica (56%).
Conclusioni
Lo scopo di questo sondaggio era quello di indagare sulle abitudini alimentari di una fetta della popolazione in seguito allo stravolgimento dello stile di vita indotto dall’isolamento forzato. Senza troppe pretese (non ho competenze statistiche) credo si sia potuto trarre indicazioni molto importanti.
Dai risultati emersi si è potuto constatare come lo stress, la noia e la solitudine, almeno in questa prima parte abbiano inciso sulle scelte alimentari, in particolare sul consumo di dolci che si preparano soprattutto in casa. Infatti uno su quattro dichiara di avere attacchi di fame (24,7%).
In molti casi c’è stato un peggioramento della qualità della propria alimentazione ma in molti altri (e forse questo è l’aspetto più positivo di questo periodo) c’è stata una ri-scoperta di cibi più sani.
Ecco, sfruttare questo isolamento per prenderci cura di noi stessi sarebbe il regalo più grande che possiamo farci. Quando sarà tutto finito il mondo si dividerà in chi si sarà lasciato andare e in chi si è dato da fare.
Scommetto che tu sai già da che parte dovrai stare.
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